Gruppo d’Avanguardia: “Uniti a Dio Ascoltiamo un grido”

Carissime/i,
La situazione, a causa del coronavirus 2019, non ci permette di incontrarci come gli altri anni.
Ma grazie alla vecchia posta, al telefono e ai social noi non vogliamo interrompere le relazioni cosi ben fondate quando era possibile vederci di presenza. Quindi cerchiamo di prenderci alcuni momenti di silenzio, meditazione e preghiera seguendo anche le indicazioni offerte dal cammino dei gruppi “domestici”, ossia d’Avanguardia, tanto intensi quanto profondi.
Ci soffermiamo sulla prima tappa che ci proietta nel tempo di avvento cioè della venuta di Gesù nella sua incarnazione. Quando noi attendiamo qualcuno, viva e gioiosa si fa l’attesa, certi dell’incontro.
Cosa fare durante l’attesa?
San Giacomo nella sua lettera, che farà da filo rosso nei nostri incontri, ci esorta a stare pronti ad ascoltare e ad accogliere con docilità la parola seminata in noi. (Gc 1,19-21).
Ascoltare significa udire attentamente che è diverso dal puro sentire con gli orecchi; ma è ascoltare con gli occhi, con il cuore e con tutto te stesso, profondamente e attivamente, cioè con intelligenza, con cuore e con le opere. In modo particolare in questo tempo di avvento ci è dato oltre che ascoltare, di accogliere la Parola di Dio che si fa appello, chiamata, vocazione. La Parola di Dio ci con-voca, ci pro-voca, ci e-voca e ci abilita a in-vocare l’interlocutore portandoci ad un dialogo con lui.
Anche Gesù in-voca Iddio suo Padre. Lo troviamo spesso nel vangelo in preghiera e va anche al Tempio; però come i profeti lo relativizza e dirà: “la Mia casa sarà chiamata casa di preghiera”.
La preghiera in senso biblico è ascolto, perché Dio si rivela e parla; è dialogo perché l’essere umano non è interlocutore passivo ma mette in gioco la sua vita; è invocazione perché è un parlare a Dio composto di lode, ringraziamento e persino supplica per il superamento della prova, della sofferenza, del dolore, dell’ingiustizia che offende soprattutto i più deboli.
Gesù ci ha detto che i veri adoratori adoreranno Dio in spirito e verità. Non c’è bisogno quindi del Tempio ma si può pregare nel ritiro della propria abitazione, nel chiuso del proprio cuore. Gesù ci insegna dunque come stare alla presenza di Dio, anche e soprattutto in questo tempo di pandemia.
L’avvento sia quindi tempo propizio per abitare e stare in intimità con la Parola di Dio che si è fatta carne in Gesù nel Natale. La nostra testimonianza è sequela della Parola incarnata che si fa corpo e pane per la vita di ogni fratello. Uniti a Lui nella preghiera siamo sempre più attenti ad ascoltare un grido martoriato dei fratelli che sono alla ricerca di un senso della vita.

Don Roberto – Assistente CVS Brescia