Incontri che cambiano la vita

“Camminiamo Insieme” edizione Marzo 2021

Nel raccontare la mia storia, proprio non posso fare a meno di pensare a Daria Piazza, che molti di voi conosceranno.

Abito a Montichiari e in un pomeriggio d’estate di tanti anni fa mia moglie Mariella con Sara, la piccola di casa, si reca all’oratorio S. Filippo a prendere Serena, la mia prima figlia, che sta facendo il grest organizzato dalla Parrocchia.

In breve, Daria, si accorge della disabilità di Sara e invita mia moglie a conoscere la realtà del CVS di Montichiari. Così, dopo aver partecipato a qualche incontro, mia moglie esprime il desiderio di partire per Lourdes con il pellegrinaggio organizzato dall’Associazione CVS fondata da un sacerdote del Monferrato, Luigi Novarese.

E’ la Settimana Santa del 2011 e mia moglie, persona di fede, quando si trova in mezzo a più di settecento persone, tra ammalati e pellegrini, rimane estasiata dalla forza e dall’energia che si attinge dalla grotta di Massabielle. Così al suo ritorno a casa mi racconta che ha sempre pensato a Lourdes come un luogo dove carovane di ammalati portano la loro sofferenza e il loro dolore senza ricavarne un gran beneficio, ma dopo la sua esperienza con il CVS, invece, mi fa promettere di partecipare con tutta la famiglia (quindi anch’io e Serena) al pellegrinaggio successivo della Pasqua 2012.

Dopo il suo ritorno, poi, inizia ad insistere per farmi partecipare a qualche incontro, ma io sono in conflitto con Dio per quello che ha scatenato nella mia famiglia con l’arrivo di Sara, figuriamoci, quindi, se ho voglia di andare a toccare con mano altra sofferenza in un’Associazione con un nome programmatico: “Centro Volontari della Sofferenza”. Tuttavia, dopo tante insistenze, per farla felice, partecipo ad un incontro con la condizione comunque di non far conoscenza con nessuno. Dopo cena, però, uscendo nel cortile per fumare la mia sigaretta, sento qualcuno che sta tentando di suonare il pianoforte. Ecco, le strade del Signore sono veramente infinite… Così, seguendo la “musica”, arrivo in una stanza dove Nicola Bolpagni è intento alla tastiera. Mi guarda e mi dice: “Tu sei capace?” Allora rispondo: “Sicuramente più di te!”. Così, memore delle lezioni intraprese da bambino, inizio a suonare mentre nel frattempo tutte le persone che hanno partecipato all’incontro del pomeriggio, si sono raccolte intorno al pianoforte, attirate dalla musica, perché ancora non mi conoscono. A fine serata ricevo in regalo da Sorella Nora il libro di Mauro Anselmo “Lo spirito che cura il corpo” sulla storia di Luigi Novarese e di tutta la sua Opera.

Pur con una certa diffidenza iniziale, mi immergo tra le pagine e scopro la figura di Luigi Novarese, senza dubbio un uomo mandato da Dio sulla terra con uno scopo ben preciso. Andando avanti nella lettura don Luigi “mi chiede” cosa voglio farne di quella sofferenza che sta attanagliando me e il resto della mia famiglia, “mi spiega” che trovare il senso alla sofferenza non è per niente facile. Infondo due sono le possibilità che ho davanti: continuare a provare livore, rabbia e astio nei confronti di quel “Padre” che ha voluto punirmi mandandomi una figlia disabile (sono questi, infatti, i sentimenti che provo nei confronti di Dio) o porre la mia sofferenza ai piedi della croce ed unirla a quella che Cristo aveva vissuto durante la sua passione. In questo modo, infatti, nella Croce di Cristo non solo si è compiuta la redenzione mediante la sofferenza, ma è la stessa sofferenza umana che è stata redenta.

A questo punto inizio a pensare che la disabilità di mia figlia Sara, non sia più fine a stessa, ma un mezzo attraverso il quale partecipare all’opera della redenzione. Così la mia prospettiva cambia: mi sento investito di una responsabilità che non pensavo potesse spettare ad un semplice peccatore, quale sono io.

Arriva intanto la Pasqua 2012 e mi decido di accontentare mia moglie e così tutta la famiglia si reca in pellegrinaggio a Lourdes. Il mio incarico è quello di dare una mano al gruppo di voci e chitarre, che animano le varie funzioni. Infatti prima di allora non c’era mai stato un tastierista che animasse le funzioni tra i componenti del gruppo canoro. Ebbene, il venerdì Santo, poco prima di cena, “qualcosa” mi spinge verso la grotta. Mi siedo sul muretto del Gave e guardo Lei, non so perché, piango e guardo Maria con gli occhi offuscati dalle lacrime che sembrano non fermarsi più. Solo allora mi accorgo che la nostra Mamma celeste ha sempre vegliato su Sara. Era lì con lei quando in ospedale si era operata gli occhi oppure quando non riuscivano a trovarle una vena per il prelievo e continuavano a bucarle il braccio ed io da fuori la sentivo piangere, imprecando verso il cielo: Lei era lì che vegliava. Quel venerdì, dopo questa mia “devastazione”, torno in camera al terzo piano dell’Accueil e chiedo a mia moglie di insegnarmi a pregare. L’ultimo giorno, poi, guardando la grotta dal quinto piano dell’Accueil, prima di salire sul pullman che deve riportarci al treno, prometto a Maria che fino a quando dipenderà da me, tutta la mia famiglia nella Settimana Santa sarà a Lourdes con il CVS. Naturalmente quella promessa l’ho fatta piangendo.

Grazie Signore, perché hai messo sulla mia strada Daria.

Grazie Maria, perché ci hai insegnato come si offre la propria vita ai piedi della Croce.

Grazie a Monsignor Novarese per la sua Opera e per tutto quello che ha fatto per gli ammalati.

Rosario Scotto Di Luzio