
Cari ammalati, cari fratelli e sorelle, cari Silenziosi Operai della Croce, cari tutti.
Vi scrivo per esprimervi la mia vicinanza, mi sento vicino a tutti voi, sentiamoci uniti nella preghiera.
Questa pandemia che ci ha travolto ci costringe a reimpostare tutta la nostra vita.
Alcuni di noi sono stati colpiti direttamente e ci hanno lasciato, ci ritroviamo un po’ più soli, ma sicuramente adesso le loro anime sono nella beatitudine del Padre e dall’alto dei cieli si prenderanno cura di tutti noi.
Altri hanno contratto il virus e stanno lottando, preghiamo per loro e per le loro famiglie.
La casa di Montichiari è stata messa in isolamento, preghiamo per le nostre sorelle.
Siamo tutti isolati, rinchiusi nelle nostre case, spaventati e disorientati, non possiamo incontrarci, ma ci possiamo riunire nella preghiera, anche se fisicamente non possiamo stare insieme, possiamo sentirci un corpo unico nel Signore.
Nessuno può sapere quanto durerà questa infinita quarantena, non possiamo sapere se e come ne usciremo, preghiamo perché tutto questo male faccia risorgere un uomo diverso, più attento all’essenza che all’effimero, il carisma del nostro fondatore, ossia vedere nella malattia e nella sofferenza un’opportunità per fare del bene, ci può insegnare tanto in questo senso.
La passione e la croce di Gesù sono le tenebre attraverso cui il Signore ha dovuto passare per arrivare alla luce della risurrezione.
Proiettiamoci tutti con la mente e con il cuore verso quella Luce.
Nella speranza di potervi abbracciare presto, mando un caro saluto a tutti voi.
Luca Spagnoli (Responsabile Diocesi di Brescia)