Quale avventura piena di Amore

Durate l’anno appena passato per la prima volta sono andata agli incontri spirituali di Re per adolescenti.

Ormai dopo molti anni durante i quali avevo vissuto l’esperienza di Lourdes (che vivrò ancora), decisi di partecipare agli incontri di Re.

Ero un pò perplessa, agitata… praticamente avevo un mucchio di pensieri nella testa…, ma tutti mi dicevano che sarei stata sorpresa da quell’esperienza e che mi sarei ricreduta. E, infatti, successe proprio così.

Arrivati, dopo un lunghissimo viaggio, alla “Casa Cuore Immacolato di Maria”, mi sentii un pò spaesata e pensavo che mi sarei annoiata tantissimo. Tutti i miei amici, infatti, mi avevano detto che sarebbe stata una vera e propria noia: “mamma mia degli incontri spirituali, pregherete tutto il giorno…”, ma non avevo dato loro ascolto, tanto avendo già vissuto l’esperienza di Lourdes, avevo sperato che fosse simile.

Così rimasi vicino alle mie amiche del CVS di Brescia, che mi fecero un pò ambientare in quel luogo immenso e mi chiesi subito chi mai avesse costruito un posto così grande…

Dopo l’accoglienza generale ci divisero in diversi gruppi: adolescenti, preadolescenti e bambini. Io ero nei “pre-ado” ed eravamo seguiti da Ilaria e Francesco che ci fecero divertire molto.

E fu da un gioco organizzato da loro che incontrai quelli che adesso sono le mie amiche e amici più cari: Alice, Aurora, Letizia, Claudia, Patrik, Gianluca (“Bompi”), Lisa, Sara e Francesca.

Ci divertimmo tantissimo e capii subito che sarebbe stata una settimana piena di gioia, allegria, giochi, ma soprattutto compresi che avremmo imparato aspetti nuovi su una persona che ha dato tutta se stesso per gli ammalati: Mons. Luigi Novarese.

Già, Luigi, un bambino, un ragazzo, un uomo, un sacerdote che ha dato tutta la sua vita per gli ammalati! E pensate che proprio lui aveva ideato quell’immensa casa con l’aiuto di Sorella Miriam, dei volontari, ma soprattutto della Madonna, alla quale Monsignore era molto devoto.

La casa è quindi stata costruita per gli ammalati che danno una gioia immensa solo se riesci a vivere con loro non escludendoli.

“L’ammalato per mezzo dell’ammalato” diceva sempre Luigi Novarese, e ancora “l’ammalato è parte attiva” perchè gli ammalati dopotutto sono persone come noi, ma anch’essi devono fare il primo passo e non devono aspettare che qualcuno “per pietà” si avvicini a loro.

In questa settima i don che ci accompagnarono ci dissero di essere testimoni e amici di Gesù come Lui lo era con noi.

Facemmo anche una celebrazione eucaristica dove noi “pre-ado” con i bambini e gli “ado” organizzammo le tappe in cui Gesù sarebbe passato e fu una situazione piena di gioia e d’amore.

Di questa settimana a Re mi sono piaciuti molto alcuni momenti: il gioco nel giardino a pallavolo, quando il pallone volava sempre sugli alberi e allora ci prendevamo in spalle e con la scopa cercavamo di tirarlo giù e la visita in chiesa prima di cena, per mostrare a tutti i nostri lavori della giornata trascorsa.

Ormai, però, fra canti, giochi, risate e una voglia infinita di vivere un’esperienza piena di vita, una settimana era già passata e a malincuore facemmo le valigie come se non volessimo più tornare a casa e anch’io provai molta tristezza nel cuore nel lasciare tutti gli amici e quella casa.

Tutti pronti per partire piangendo tra i baci e gli abbracci, io persi il conto di quante scritte i miei amici mi fecero sulle braccia, di quanto amore c’era in quella casa e in quei corpi, un amore fortissimo che mi travolgeva e che mi riempiva di vita.

Non riuscii a non pensare a come sarebbe stato un anno senza di loro, senza i miei amici, perchè, anche se con qualcuno non avevo parlato, mi mancava già lo stesso: avevo nel mio cuore un pezzo di ognuno di loro.

Tornata a casa, tanti mi chiesero se era più bella l’esperienza di Lourdes o quella di Re ed o risposi loro: “Senza togliere niente a Lourdes (ho incontrato lì la maggior parte delle persone che conosco), cerchi di vivere Re con tutta te stessa perchè saprai che dovrai aspettare un anno prima di rivedere quelli che sono diventati una parte importante di te… gli amici”.

Da quella settima, la settimana più bella della mia avita, ho capito quali sono le vere amicizie, non quelle basate su oggetti e su cose finte, ma sull’amore, sulla sincerità vera, che io ho davvero trovato.

Non vedo l’ora che sia l’anno prossimo per andare ancora a Re e vivere ancora più intensamente quell’avventura piena di amore.

Donata

(Camminiamo Insieme Marzo 2014)